Intervista a FRANCA MILASI LA ROSA

Qualche mese fa sono andato a trovare la mia prozia Franca. La sua casa è piena di oggetti antichi che lei colleziona con amore.
Tra questi ne ho visto uno che mi ha incuriosito molto: è un telaio antico, di legno,usato per la tessitura a mano.
-        - Risale all'epoca in cui la mia mamma era piccolina - mi spiega zia, - le parti più particolari di questo telaio sono il pettine e il liccio. Vedi tutti questi fili? Formano l’ordito; i fili che s’intrecciano con l’ordito formano la trama.
-          - Ma come funziona il telaio? – chiedo io, sempre più curioso.
-          - Il sistema è quello di sollevare con  i pedali, posti sotto il telaio, dei fili per fare passare una navetta; la navetta scorre e porta l filo dall'altra parte. –
-          Ma come si forma il tessuto? – Con pazienza la zia mi mostra l’intreccio dell’ordito con la trama - Guarda attentamente l’intreccio e questi punti, il tessuto è formato da punti molto antichi che le tessitrici si tramandavano da madre a figlia. Nel telaio il dritto viene di sotto, invece sopra si vede il rovescio. Questo punto che ti indico si chiama rinascimento siciliano.-
-         - Zia, quali tessuti hai ottenuto con il telaio? –
-         - Una coperta molto decorata, di colore verde chiaro e verde scuro; un’altra coperta fatta con striscioline di stoffa e infine un’altra di tanti colori. Quando le coperte diventavano vecchie, si tagliavano in tante striscioline e si raccoglievano in gomitoli. Quando si formavano tanti gomitoli dello stesso colore, si utilizzavano per fare un nuovo tessuto.-
-         - Zia, a cosa servono i licci? –
  - I licci servono per realizzare i disegni. Se il disegno è semplice, servono due licci; se è più complesso ne servono sei. Per fare in modo che i licci siano ben tesi, occorre appendere dei pesi.-


In un angolo del salotto vedo degli strani cucchiai di legno e subito chiedo a zia Franca a cosa servano.
-         -Questi sono cucchiai di legno che venivano usati una volta nella civiltà contadina al posto delle posate e degli utensili che abbiamo. Ognuno era capace di costruire il vasellame, i cestini, gli attrezzi per lavorare nei campi. Questi che tu vedi, sono varie fogge di cucchiai che servivano per rimestare e per prendere il cibo. Questo è un cucchiaio che serve per prendere la ricotta perché i buchini che presenta permettono al siero di colare in modo che rimanga solo la ricotta. Le decorazioni sul cucchiaio sono antichissime e sono del periodo greco – bizantino. –
-         -  E cosa sono quei piatti grandi? –
-          Il formato grande dei piatti serviva contenere i pomodori per farli asciugare al sole, in modo da utilizzarli in seguito per ricavare la passata di pomodoro. –
-         -  Ma quello è un lumino? –
-        -  Sì, è un lumino a petrolio che si utilizzava quando non c’era la luce: la parte inferiore è il contenitore del petrolio e funziona con no stoppino di stoffa, che s’immerge nel petrolio e si accende. Questo, invece, è un fornellino, sempre a petrolio che serviva a cuocere il latte.
Ci sono altri oggetti che vorrei mostrarti; una pipa creata a mano, un cestino intrecciato con i rametti di ulivo, che sono molto flessibili e che, una volta bagnati, possono essere legati, attorcigliati e modellati nella maniera opportuna.
Questo invece è un vaso da notte: a quei tempi, nelle campagne, non esisteva il bagno in casa, quindi si utilizzava questo vaso per i bisogni corporali. Quando era pieno, si buttava il contenuto in un canale. Invece questa è una brocchetta molto particolare perché il pastore usava portarla a tracolla quando andava a pascolare il gregge in altura e dentro era riempita di acqua o di vino; era in terracotta ed aveva la particolarità di mantenere ben fresca la bevanda.
Nei lunghi periodi in cui pastori stavano in montagna con il gregge trascorrevano il tempo costruendo gli oggetti che hai visto, ma anche piccoli strumenti musicali come lo zufolo in legno. Poi tipico strumento dal suono particolare è il marranzano: si appoggia alle labbra e con le mani si piega leggermente quell’astina posta in mezzo e così produce il suono. –
Quante scoperte del nostro passato! Ero entusiasta, salutai zia Franca e scappai via con il mio grande tesoro: la mia prima intervista!

Ringraziamo la signora Franca La Rosa Milasi, zia del giovane reporter Carmelo Milasi per averci concesso questa preziosa testimonianza del nostro passato

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FRANCA MILASI LA ROSA, prozia di Carmelo, il piccolo reporter di questo post, oltre ad essere un'appassionata studiosa delle tradizioni, in special modo dell'antica civiltà greca, è soprattutto un'artista, scultrice, ceramista, pittrice. Per conoscere il suo profilo, basta cliccare sul link seguente ARTE APP





Basket per tutti

Stamattina, 14 novembre 2016, nel cortile della scuola abbiamo assistito ad un'esibizione del gioco del basket. Alcuni rappresentanti della squadra RC BIC sono venuti a trovarci per aiutarci a comprendere che lo sport è un mezzo per integrare i ragazzi disabili e per vincere, per quanto possibile, i propri limiti.
 La BIC Reggio Calabria ha avviato ufficialmente questa campagna rivolta a sensibilizzare i ragazzi in età scolare sul tema SPORT E DISABILITA'.
I bambini si sono mostrati abbastanza curiosi di comprendere il funzionamento della squadra e il tipo di allenamento. Inoltre, sono stati invitati a partecipare sabato 3 dicembre alle ore 18.00 ad assistere ad una partita tra la squadra di Reggio e quella di Catania al PalaCalafiore.
Sport e Disabilità...per vincere insieme!!!

Chi ha inventato le maschere?

Oggi insieme alla maestra Tery abbiamo osservato le fotografie di alcuni modelli di  maschere  utilizzate dagli antichi Greci negli spettacoli teatrali.
Attori erano solo gli uomini; uno stesso attore poteva indossare maschere diverse nella stessa rappresentazione a seconda del personaggio che doveva interpretare.Il pubblico individuava il personaggio in scena perchè riconosceva la maschera.
Le maschere, infatti, avevano tratti ben marcati e la faccia dei personaggi femminili erano dipinte di bianco - grigio; mentre quella dei personaggi maschili erano dipinte con colori più scuri.

 QUESTE LE NOSTRE PRODUZIONI ATTRAVERSO I DISEGNI






























Prove... d'orchestra

E adesso iniziamo ad accordarci con il cuore, con il fiato e con la mente. Abbiamo appreso le prime note sul nostro flauto dolce. Utilizziamo i nostri polpastrelli gommosi, cioccolatosi per aprire e chiudere i forellini del nostro strumento: SOL. LA. SI, DO e adesso...provate a seguire come si  FA.

E ora... costruiamo il tangram

 Il tangram è un gioco cinese  basato sulla composizione e scomposizione di sette figure, dette tan: sono cinque triangoli di differente grandezza, un quadrato e un rombo.
Ai bambini è stato presentato un quadrato con l'interno delineato dalle sette figure. Dopo avere incollato il quadrato su un cartoncino, i bambini hanno colorato i pezzi di un unico colore; successivamente, hanno ritagliato i sette pezzi e  hanno classificato le figure.
PRIMO STEP: costruire un animale senza lasciare spazi tra le figure, senza sovrapporle e, soprattutto, utilizzandole tutte. "Che rompicapo, maestra!!!"

Che senso ha,a cosa serve giocare con il tangram? Per quali apprendimenti può essere efficace?
Serve a:
  • riconoscere ed evidenziare le sette figure geometriche che costituiscono il tangram; 
  • raffigurare ed operare con figure piane
  • riconoscere  l’equivalenza dell’area nella costruzione delle diverse figure;
  • riconoscere le figure geometriche piane, anche se diversamente orientate nel piano,
  • confrontare superfici, sperimentare fenomeni di conservazione delle superfici ,
  • riconoscere l'equiestensione di figure piane,eseguire traslazioni, rotazioni e ribaltamenti
  • realizzare composizioni di isometrie



Arrivederci

Carissimi ex alunni, ho impiegato tanto a scrivere questo ultimo post perchè proprio la tastiera è come se fosse diventata un unico blocco e...